martedì 7 settembre 2010
I comportamenti delle avvocature della Pubblica Amministrazione
giovedì 19 agosto 2010
sabato 17 luglio 2010
Giugno 2010. Domenica 5. Sui Magistrati.
Inoltre le letture liceali mi avevano consolidato una porzione di mappa poco edificante per la tua categoria.
Avevo messo in una scatola tutti gli oggetti del PLEROMA e ne conoscevo le Leggi di comportamento. Mi interessavano però di più gli oggetti di un'altra scatola: della scatola nella quale ci avevo messo l'ameba, il granchio, il cavallo, l'essere umano, il consiglio comunale, il Parlamento, il sistema sanitario, etc... Mi interessavano le Leggi di comportamento delle entità di questa seconda scatola. Mi interessava come funzionano, evolvono ed apprendono gli elementi di questa seconda scatola. Mi interessava come progettare e scrivere una norma, una legge, un regolamento che tenessero conto del modo di funzionare degli esseri umani. Mi interessava sapere se a questi ultimi "oggetti animati" o "entità autopoietiche" potevo applicare le leggi ed i modelli che sapevo valere per gli oggetti della prima scatola: legge di conservazione della energia, modello di feedback, etc...
Dovevo acquisire conoscenze sul funzionamento degli oggetti della scatola e sui presupposti da assumere per costruire modelli utili allo studio di
ECCOTI L'ANTICIPAZIONE DEL TEMA PRINCIPALE DEL BLOG!
mercoledì 7 luglio 2010
Alla scoperta dei "saperi" antichi delle cose buone dell'alessandrino
- diffondere il "SAPERE" e perderne la esclusiva;
( lo ha fatto Valenza con le sue scuole orafe che hanno insegnato a tutto il mondo a lavorare l'oro)
- mantenere il "SEGRETO" e isolarsi.
Esistono STRATEGIE per l'ECCELLENZA della ECONOMIA e dellaCULTURA locali, che evitino i due pericoli opposti citati e consolidino una identità in grado di venire percepita come cosmopolita, socialmente e culturalmente avanzata ed affermarsi anche economicamente e commercialmente con processi di crescita etici ed ecologicamente corretti?
Ne trattiamo nel blog http://arti-antiche-in-alessandria.blogspot.com/.
Vincenzo Pasino
lunedì 5 luglio 2010
L'incredibile storia...di un nato in guerra.
Infatti nonostante molti si atteggino a difensori dei valori di libertà, di eguaglianza e di giustizia pochi sono degni di celebrare chi ha combattuto per garantirceli! Perchè accade ancora che il potere costituito angari i singoli, che le Caste saccheggino i villaggi degli umili razziando di tutto. In modo meno cruento ma pur sempre drammatico per i singoli. E ciò che accade è sempre finalizzato alla eliminazione del nemico, alla difesa del potere delle Caste e delle corporazioni, alla soppressione delle voci libere ed alla “difesa” delle “istituzioni” identificate con il politico di turno sia che sia più o meno ladro.
A distanza di anni rispondo ad Agostino Pietrasanta. Era assessore della giunta Scagni con funzioni di vicesindaco. Sono convinto che poi si dimise per acquisizione di consapevolezza. Incontratomi in occasione della festa della Repubblica ebbe a dirmi: “nonostante riconosca che ti è stato fatto un torto quando ti hanno licenziato, come Amministratore oggi siamo da parti opposte e debbo difendere le istituzioni confermando i provvedimenti adottati nei tuoi confronti”.
Dicevano così anche coloro che hanno trucidato mio padre “comandante partigiano ribelle”! (http://bruno.pasino.it) “Dicci i nomi dei terroristi che ti hanno convinto ad insorgere contro le istituzioni repubblichine e noi ti lasciamo tornare a casa da tua moglie e dai tuoi figli”.
Dicevano così coloro che, assistendo alla deportazione di milioni di persone, tacevano per conservare i loro posti nel sottobosco del potere!
Ma prima i fatti.
Chi ha dimenticato la domenica del 6 novembre 1994? Avevo abbandonato da circa 20 anni la politica attiva ed ero dirigente del Comune di Alessandria assunto con concorso pubblico. Era in carica la Amministrazione Calvo.
La Sindaco Calvo era stata eletta direttamente dal popolo alessandrino come disposto dalla normativa della primavera del 1993. Era stata eletta al secondo turno contro Ferrari.
Ferrari aveva perso perché aveva dichiarato pubblicamente di disdegnare i voti socialisti. E la Calvo, con i voti dei socialisti, aveva vinto!
La Calvo è stato il primo sindaco di Alessandria a NOMINARE, nel dicembre del 1993, i componenti della Giunta come previsto dalla normativa del 1993. Sindaco eletto dal popolo e Giunta nominata dal Sindaco.
I mutamenti legislativi profilavano il cambiamento “apparente” di ruoli fra politica e burocrazia cercando di separare il potere di indirizzo e di controllo (che restava agli amministratori) dal potere di gestione (che veniva invece quasi totalmente attribuito ai dirigenti).
Quel 6 novembre del 1994 ero nell’interrato della tipografia Moccagatta quando l’acqua ha cominciato ad entrare nel locale. In corso Virginia Marini i cassonetti della spazzatura galleggiavano e l’acqua saliva a vista d’occhio guadagnando sempre più terreno, via per via, verso il centro cittadino.
Ciò che è successo lo si conosce...e lo si piange ancora!
Il mattino del 7 novembre, alla riapertura degli uffici, l’allora vicesindaco Morettini, assistito dal Segretario Generale Piterà, ha organizzato una riunione dei dirigenti apicali e mi ha proposto quale “coordinatore delle attività di ricostruzione”. La riunione è stata sospesa a seguito dell’intervento di un altro amministratore che, informato, ha assalito verbalmente il collega Morettini contestando la sua decisione.
Due giorni dopo, il pomeriggio del 9 novembre 1994, i messi comunali mi hanno notificato l’ordinanza del Sindaco che mi sospendeva dal servizio per 5 anni.
Il filmato delle vicende ciascuno può montarselo attraverso l’esame dei documenti presenti sul mio sito
http://vincenzo.pasino.it/CausadilavoroPasinoVincenzocontroComunediAlessandria.htm
Ho chiesto ospitalità alle pagine del giornale perchè lo scorso 30 novembre 2009 il sito istituzionale del comune di Alessandria ha dedicato spazio, nella pagina principale, alla notizia della sentenza TAR Piemonte n. 3160 del 28 novembre 2009. Lo ha fatto in modo parziale e tendenzioso nel tentativo maldestro di attribuire alla sentenza del TAR un significato che non ha.
Per fare chiarezza occorre descrivere come segue il quadro delle richieste che io ho fatto alla Amministrazione Comunale con le tre principali citazioni in giudizio.
In considerazione dei provvedimenti illegittimi assunti dal 1994 al 2001 dal Sindaco di allora ho chiesto la reintegrazione in servizio ed il riconoscimento degli effetti giuridici ed economici conseguenti alla ricollocazione in servizio nei seguenti periodi:
a) dal 9-11-1994 al 18-10-1999 (prima sospensione dal servizio)
b) dal 19-10-1999 al 07-04-2001 (seconda sospensione dal servizio)
c) dal 8-04-2001 ad oggi (recesso).
Il giudizio per il periodo di cui al punto a) è stato avviato nel 1995 di fronte al TAR Piemonte (allora competente per le cause di lavoro dei pubblici dipendenti) che ha emesso la sentenza n. 3160 solo il 28-11-2009 (dopo15 anni dal provvedimento impugnato).
Il sito del Comune ha richiamato stralci della sentenza sottolineando il ruolo “vincente” della Avvocatura Comunale. La sentenza è riportata integralmente, con miei commenti a margine,all’indirizzo seguente:
http://vincenzo.pasino.it/LasentenzadelTAR.htm
ed è copiata dal sito istituzionale del TAR
Contro tale sentenza ho in preparazione il ricorso al Consiglio di Stato. Per il periodo di cui al punto b) ho fatto, nei mesi scorsi, istanza di adozione di atto di autotutela finalizzata ad evitare alla collettività ulteriori costi in caso di giudizio. La Amministrazione Comunale, nonostante la mia istanza in merito, ha omesso di adottare l’atto di autotutela. A questo punto ho presentato, ad agosto, ricorso al giudice del lavoro di Alessandria chiedendo, oltre al riconoscimento ai fini pensionistici del periodo, anche i danni alle persone. A settembre 2009 il Giudice ha fissato l’udienza al 12 febbraio 2010. A seguito della richiesta della Amministrazione Comunale di esperire il tentativo di conciliazione presso l0Ufficio del Lavoro il Giudice ha sospeso il processo per 60 giorni. L’Ufficio Provinciale del Lavoro ha fissato la riunione alle ore 9 del 28 aprile 2010.
Per il periodo di cui al punto c) c’è la sentenza della Corte di Appello di Torino - Sezione Lavoro n. 1193 del 20-11-2008.
La sentenza è munita di formula esecutiva e qualsiasi datore di lavoro privato, ancorchè assistito da torme di legulei e pur a fronte di ricorso in Cassazione per motivi di legittimità, avrebbe dovuto ottemperare.
Le sentenze di lavoro sono esecutive. Alla mia richiesta di venire riammesso in servizio, inviata al Sindaco di Alessandria il 27 novembre 2008, è seguito il più assoluto silenzio. Amministratori e burocrati, ciascuno per la sua parte, si nascondono dietro al “superiore interesse pubblico”! La legge stabilisce che in materia di lavoro l’Amministrazione Pubblica opera oggi come il privato datore di lavoro!
Per gli Enti pubblici è prevista la salvaguardia dei 120 giorni dalla notifica del titolo esecutivo. Il lavoratore che deve essere ricollocato in servizio a seguito di recesso annullato non può procedere al pignoramento delle somme spettanti. La Corte dei Conti ha deliberato (citazioni presenti nel sito http://vincenzo.pasino.it) la responsabilità contabile degli amministratori e dei dirigenti degli Enti che non ottemperano sollecitamente a quanto disposto da sentenza e ritardano i pagamenti causando il danno erariale che consegue alla lievitazione degli interessi ed alle ulteriori spese per azioni esecutive.
I 120 giorni dalla notifica sono passati da tempo e l’Amministrazione Comunale ha omesso di ottemperare. Ha addirittura omesso di inserire, nell’assestamento di bilancio approvato il 30-11-2009 un qualsiasi importo del debito risultante dalla sentenza della Corte di Appello di Torino - Sezione Lavoro n. 1193 del 20-11-2008.
L’importo stimato da me (i conti fatti dall’ufficio stipendi sono secretati!) per ciascuno dei giudizi (a, b, c) è il seguente:
a) dal 1994 al 1999 circa 100.000 euro compresi i contributi;
b) dal 1999 al 2001 circa 200.000 euro compresi i contributi e senza i danni richiesti con la causa iniziata ad agosto a seguito dell’inerzia della Amministrazione Comunale;
c)dal 1999 al 30 giugno 2009 sempre compresi i contributi circa 1.200.000 (unmilioneduecentomila) euro senza interessi ad oggi, senza le spese delle prossime azioni esecutive e senza i danni alle persone che richiederò dopo il giudizio in Cassazione.
Poiché molti degli amici che incontro mi chiedono se ho “perso” la causa contro l’Amministrazione Comunale ho chiesto alla direzione de La Pulce di pubblicare la precisazione che avete letto. Con il coraggio della lotta anche su piccole cose cambieremo in meglio il mondo.
Certo! Io lo faccio anche per far vivere meglio i miei cari che hanno sopportato e sopportano sacrifici quotidiani. Quindici anni di lotte sono costate tutto ciò che avevo! Gli importi sembrano importanti. Gli stipendi dei dirigenti apicali sono aumentati parecchio negli ultimi quattro anni. Sono pubblici. Comunque sul mio sito ci sono gli importi ed i confronti. I miei colleghi di allora che non sono andati in pensione prendono TUTTI più di 130.000 euro all’anno. La lievitazione è il risultato dell’accordo fra politica ed alta burocrazia. Lo ritengo immorale! Sappiate comunque che, come ho scritto sul sito, devolverò, dedotte le spese di 15 anni di lotta, ad una fondazione intitolata a mio padre parte di quanto, alla fine, l’Amministrazione Comunale sarà costretta a pagare.
Un consiglio di umili e saggi (magari bisognosi) ripartirà le somme che metterò a disposizione della Fondazione Bruno Pasino.
Vincenzo Pasino
Progettazione di pagine di comunicazione politica.
In generale, chi scrive lo fa per far conoscere al potenziale lettore le sue “idee” in merito a qualche esperienza vissuta o immaginata.
Spesso chi scrive lo fa anche solo per vivere l’esperienza dello scrivere. Si lascia condurre dal
flusso dei pensieri e vive l’esperienza, tutta interna, dello scrivere.
Raramente chi scrive progetta a priori cosa e come scrivere.
Le riflessioni che seguono sono valide per qualunque cosa si voglia scrivere per un lettore umano: messaggio, articolo, pagina di giornale, libro, ecc…
Presupposto alla comprensione di quanto segue è la conoscenza del significato delle parole
modello, strategia, struttura e sistema. I lettori interessati possono chiedere all’autore pubblicazioni sull’argomento. Ogni messaggio, articolo, pagina di giornale, libro, è modellabile come un sistema.
Per progettare un sistema occorre:
1 – enunciare in modo metrologicamente corretto il fi ne (o missione della struttura da
progettare);
2 – elencare le entità (o risorse) che dovranno comporre la struttura;
3 – defi nire le relazioni fra le entità elencate nel passo 2 in modo tale da ottimizzare il
raggiungimento del fi ne.
Il fine che uno scrittore di politica potrebbe voler conseguire è sempre riconducibile ad uno dei
quattro seguenti:
a – far conoscere una esperienza personale;
b – far conoscere una esperienza collettiva;
c – consolidare o cambiare nel lettore una o più convinzioni;
d – costruire carisma.
Ciascuno dei fini indicati richiederà di individuare un insieme specifi co di “atomi” o moduli comunicativi (pezzi di articolo, articoli, titoli, foto,…) ed un insieme opportuno di relazioni fra i moduli (sequenza, posizione relativa ed assoluta,..).
Si ricorda al lettore che i contenuti di una comunicazione fra due esseri umani sono così ripartiti:
7% verbale (parole);
38% paraverbale (attributi della voce);
55% non verbale (atteggiamenti del corpo)
In una comunicazione scritta (anche se supportata da immagini) la componente paraverbale manca totalmente. La si può parzialmente sostituire con variazioni del corpo delle lettere e deformazioni delle righe.
Anche la componente non verbale è assente. Le fotografie possono, in parte, supplire alla
mancanza.
Gli esseri umani iniziano a “mettere a punto” i loro sistemi sensoriali a cominciare dal sesto mese dal concepimento.
Attraverso i sistemi sensoriali fanno esperienza (comunicazione) nel mondo. Una piccola parte della esperienza è vissuta in modo conscio. La parte maggiore è vissuta in modo inconscio.
I sistemi sensoriali vengono utilizzati dagli esseri umani in modo estremamente vario. Molte persone utilizzano preferibilmente il sistema visivo (visivi). Ancora molti usano, più degli altri sensi, il tatto (gli si assimilano anche il gusto, l’olfatto e le sensazioni interne) (cinestesici). Una parte inferiore di popolazione utilizza, di preferenza, l’udito (uditivi).
La composizione della popolazione occidentale è la seguente:
40% cinestesici;
20% uditivi;
40% visivi.
L’ordine dell’elenco che precede indica, in modo discendente, una velocità crescente di acquisizione della comunicazione. I visivi sono più veloci mentre i cinestesici sono i più lenti.
L’uso preferenziale di un sistema sugli altri codifica le strutture mentali profonde. Il linguaggio che ogni persona usa è la comunicazione esterna di quello che è la sua mappa del mondo.. Una persona essenzialmente uditiva ha una rappresentazione interna del mondo costituita, in prevalenza, da elementi uditivi, parla e scrive per gli uditivi e difficilmente riesce a comunicare efficacemente con i cinestesici e con i visivi. Senza scendere in ulteriori dettagli, anche se essenziali ad una trattazione completa, risulta evidente la necessita’, per chi scrive, di misurare il livello d’uso dei suoi sistemi sensoriali rappresentazionali (farsi un esame di coscienza!) ed adottare strategie per rendere equilibrato l’uso dei sistemi sensoriali.
Non tratterò ora né di predicati verbali né di metaprogrammi. Risulta però chiaro, a questo punto, che ogni concetto deve venire presentato, da chi scrive, in modo comprensibile a tutte e tre le categorie: cinestesici, uditivi e visivi.
Sono poi opportune strategie o comportamenti di messa in relazione dei moduli e di messa in
sequenza dei “pezzi” di comunicazione. Una strategia multivalente per la costruzione delle relazioni potrebbe essere quella che segue:
1 – cattura della attenzione;
2 – costruzione del rapporto;
3 – guida;
4 – chiusura.
Il primo passo della strategia implica l’esistenza di un modulo “strano”, bizzarro, che catturi l’attenzione (in modo positivo!).
Il secondo passo richiede la presenza di un modulo comune alla varietà di mappe mentali interne dei lettori.
Il terzo passo prevede la presentazione al lettore del modulo che costituisce l’elemento di novità (la nuova idea).
Il quarto passo serve a consolidare l’elemento di novità in modo stabile nella mente del lettore.
Vincenzo Pasino
Da: http://guida-allo-scrivere.blogspot.com/
Definizione di sistema
Il muro di cinta, con cancello o sbarra di accesso) che recinge un sedime è un sistema di difesa del sedime da intrusioni non autorizzate. Il fine è quello di limitare gli accessi. I componenti sono gli elementi che compongono il muro (mattoni, cancello,...) mentre le relazioni sono quelle "costruite" dal costruttore del muro quando ha messo in un certo modo mattoni, calce, cancello, ecc..
Vincenzo Pasino
Da http://sistema-eccellente.blogspot.com/
Porzioni di MENTE del Sindaco Fabbio
"Efficienza, merito e valutazioni nei comuni".
Fonte sito Fabbio.
L'intervento del Sindaco di Alessandria Piercarlo Fabbio, pubblicato sul suo sito personale all'indirizzo precedentemente indicato mi "invita" ad intervenire. Dieci anni di politica attiva (1964-1975) nel corso dei quali ho ricoperto incarichi importanti nella amministrazione comunale e 17 successivi anni (1977-1994) conclusi come dirigente del Comune di Alessandria mi spingono a contribuire alla discussione. Ritengo che la discussione sulla costruzione del sistema delle "interfacce" fra i cittadini e la Amministrazione Pubblica sia non solo prerogativa ma soprattutto dovere di ogni cittadino. Oggi più di ieri. Oggi perchè "mancano" i sindacati. Oggi perchè "mancano" i partiti, che piaccia o no, strumenti di democrazia e di allevamento di nuove leve. Oggi perchè c'è "troppa" concentrazione di potere in alcune figure istituzionali rispetto al passato (recente). Oggi perchè in molti casi la politica viene vissuta come "professione" senza "professionalità".
Infine 44 anni di "passione" per la "cosa pubblica" e lo "studio" dei comportamenti, delle strategie e delle mappe presenti nelle menti dei "Primi Cittadini" di Alessandria mi hanno convinto a pubblicare la porzione di mappa che i cittadini hanno di chi li "governa". Mi hanno convinto a ritornare all'idea che avevano ed hanno di Abbiati, di Magrassi, di Borgoglio, ...della Calvo, della Scagni sino ad arrivare a Piercarlo Fabbio.
Lo farò, con chi vuol contribuire, sul mio blog o su
I sindaci di Alessandria
oppure sul blog
Le piazze di Alessandria
L'intervento del Sindaco al convegno ANCI permette di individuare "una idea" che Lui ha del Sistema, una porzione della Sua "mappa mentale". Lo stesso intervento permette di ipotizzare le "strategie" (in parte già utilizzate per "semplificare la "macrostruttura") che verranno utilizzate per "gestire" il cambiamento (?). "Mappa" e "Strategie" costituiscono insieme le CAPACITA'di un essere umano.
Aggiungo inoltre che gli strumenti linguistici utilizzati da una persona permettono di individuare le strutture neurologiche profonde della sua mente, le convinzioni ed i valori che lo "fanno funzionare".
Col testo a fronte, in diversi interventi (post) perchè posso dedicare solo pochi minuti al giorno, analizzerò prima l'intervento del Sindaco, poi quanto scritto nel programma della maggioranza (quello degli indirizzi o quello di gestione?) per finire con qualche confronto con "i valori" dei politici del passato e qualche idea che io ho in merito da "persona comune".
A presto.
Vincenzo Pasino
Ristrutturazioni!
Vincenzo Pasino
mercoledì 23 giugno 2010
Alessandrini senza identità?
Troppo spesso si è detto e si dice che Alessandria è una città grigia, chiusa in se stessa. Lo si dice per significare che l'alessandrino è persona senza identità. Io ritengo invece che l'alessandrino VOGLIA apparire tale! Lo vuole per difendere il suo privato! Lì c'è la sua identità! L'ISTAT (Istituto Statistico Nazionale), per le sue indagini, ha sempre considerato Alessandria città campione. L'ISTAT considera quindi Alessandria “Città di mezzo” e gli alessandrini ottimi rappresentanti di come in media sono e di quanto mediamente desiderano gli italiani.
L'alessandrino VUOLE apparire senza identità per conservare capacità di un suo rapporto con le tre identità che lo circondano: Torino, Milano e Genova.
Un ex vicequestore, alessandrino per scelta, oggi ai vertici della sua carriera, ebbe un giorno a dirmi: “Alessandria è città tranquilla perchè chi vi dimora, malavitosi compresi, vuole consapevolmente difendere la tranquillità della sua vita e quella dei suoi cari. Conosce i pericoli delle luci della ribalta e vuole che i suoi vivano seduti comodamente nelle poltrone riservate al pubblico, da spettatori. Per chi vuole ci sono, vicini, i palchi di Torino, Milano e Genova. E da lì i palchi di tutte le città più grandi del mondo.
Ieri 13 giugno, passando, verso le 19, in una via Roma quasi deserta, ho colto parte del discorso di due coniugi che raccontavano ad un amico dei successi dei due figli: “....è a Parigi..., mentre ….è a Londra....”. Anche i figli di un mio ex compagno di liceo sono in Cina come dipendenti di una società alessandrina.
Shakespeare fa dire ad uno dei suoi personaggi che ...il mondo è un palcoscenico sul quale tutti gli uomini e le donne recitano, da attori, una parte da loro stessi scritta.
Gli uomini e le donne, secondo Shakespeare, scrivono copioni che poi interpretano nel corso della vita cambiando, nel corso degli anni, 7 volte maschera. Indossano la maschera del poppante, quella dello scolaretto, dell'amante, del soldato, del giudice, del nonno ed infine quella del vecchio.
Vincenzo Pasino
domenica 9 maggio 2010
Diciotto anni fa
tutto ha avuto inizio 18 anni fa quando ero all'apice della mia carriera professionale. Stavo per compiere 50 anni ed ero dirigente del Comune di Alessandria a capo di una struttura autonoma. O forse 68 anni fa quando sono nato a Cuorgnè da una madre ventiduenne e da un padre ventiseienne. O forse ancora 65 anni fa quando il 2 febbraio del 1945 portarono a casa su un carretto il corpo di mio padre crivellato con 97 colpi di mitra da chi non la pensava come lui. Qualunque sia l'inizio voglio raccontarvi cosa accadde negli anni 1992-1994. Quegli anni cambiarono profondamente la mia vita. Quegli anni mi scaraventarono nel passato insieme ai miei cari, insieme a mia moglie e mio figlio costringendoli a vivere angosce che io avevo vissuto in tenera età.
Quegli anni hanno segnato l'inizio della mia terza vita. Una vita di riorganizzazione interna, di ulteriore crescita spirituale, morale, intellettuale e professionale.
Ho adattato la mia epistemologia ai cambiamenti dell'ambiente e del contesto e con la nuova epistemologia ho cambiato la mia ontologia, la mia organizzazione interna. Per i sistemi viventi i modelli di feedback sono inapplicabili.
Sui modelli adatti a descrivere il comportamento dei sistemi autopoietici faccio oggi consulenza. Gli orizzonti si sono ampliati,i sensi acuiti, le capacità migliorate enormemente, etc...
Tutto è cominciato....
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Un caloroso abbraccio (a tutti)
Vincenzo Pasino
venerdì 23 aprile 2010
Scoperto il castello di Kafka: è Palazzo Rosso!
Leggendo la lunga lettera di Vincenzo Pasino, (ex) dirigente comunale “reo” non solo a suo dire del reato di “schiena dritta” di fronte alle pretese del potere politico che governa gli enti locali così come peraltro consessi più ampi, non può non venire in mente, almeno per chi lo abbia letto, il romanzo “Il Castello” di Kafka.
Nelle sue pagine viene narrata la vicenda di K, un tecnico chiamato con una lettera di nomina a ricoprire il ruolo di agrimensore in una sperduta regione governata da un “castello” i cui membri, tanto più lontani dalla gente quanto più vicini al cuore di un potere di cui non si capiscono né la finalità né il motivo, sembrano sordi alla sue buone ragioni, irresponsabili delle proprie azioni e, soprattutto, separati dal corpo dei cittadini (inerti e fatalisti nel romanzo...) da una inestricabile e insuperabile burocrazia costituita da esseri privilegiati.
La vicenda di Pasino, insomma, a distanza di anni e vista con equanimità, risulta veramente kafkiana e soprattutto fa poco onore al palazzo che regge le sorti politiche – e viene spontaneo dire solo quelle, per fortuna dei cittadini – della nostra città.
Sedici anni di strascichi legali che minacciano di non essere ancor chiusi, hanno comportato non solo un vulnus gravissimo nei confronti di una persona che da un giorno all’altro si è trovata privata senza ragioni inoppugnabili del posto di lavoro che aveva sino ad allora ricoperto con riconosciuta competenza, ma ledono altrettanto gravemente l’immagine della trasparenza del Comune di Alessandria che almeno in questa occasione, invece di essere quella casa di cristallo trasparente nelle sue azioni e nelle sue decisioni che dovrebbe essere, offre di sé l’immagine di un organismo volto ad una difesa che, senza tante parafrasi, potrebbe con termine attualissimo esser etichettata come “difesa di casta”e non è un caso se “casta” e “castello” hanno una radice semantica comune: i moderni castellani, esattamente come quelli medioevali, sembrano godere di uno “ius” del tutto diverso da quello dei cittadini, alla faccia di chi sogna di vedere in Italia i segni di un nuovo Rinascimento.
La morale che si erge con prepotenza nella lettera che ospitiamo, infatti, sembra esser proprio quella: la netta separazione fra le scelte politiche e quelle tecniche è saltata completamente e, con essa, i delicati equilibri immaginati dal legislatore fra equità, efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa.
Non sappiamo come andrà a finire la vicenda giudiziaria ed economica, anche se per quel che ci riguarda auspichiamo di poter rivedere Vincenzo Pasino inserito in quel ruolo al servizio dei cittadini che gli compete, ma quel che è certo è che alla collettività questa situazione kafkiana rischia di costare carissima senza che nessuno sia chiamato a pagare per i suoi errori.
Marco Vernazza
mercoledì 21 aprile 2010
Deprimit elatos levat stratos
La Pulce. E' un bel nome per un giornale! Ne dirò presto se me ne sarà data la opportunità.
Nei giorni scorsi abbiamo celebrato le giornate della memoria. Per ricordare ed evitare che accada ancora. Abbiamo celebrato tutti insieme nel nome di una pacificazione nazionale falsa e becera.
Infatti nonostante molti si atteggino a difensori dei valori di libertà, di eguaglianza e di giustizia pochi sono degni di celebrare chi ha combattuto per garantirceli! Perchè accade ancora che il potere costituito angari i singoli, che le Caste saccheggino i villaggi degli umili razziando di tutto. In modo meno cruento ma pur sempre drammatico per i singoli. E ciò che accade è sempre finalizzato alla eliminazione del nemico, alla difesa del potere delle Caste e delle corporazioni, alla soppressione delle voci libere ed alla “difesa” delle “istituzioni” identificate con il politico di turno sia che sia più o meno ladro.
A distanza di anni rispondo ad Agostino Pietrasanta.
Era assessore della giunta Scagni con funzioni di vicesindaco. Sono convinto che poi si dimise per acquisizione di consapevolezza. Incontratomi in occasione della festa della Repubblica ebbe a dirmi: “nonostante riconosca che ti è stato fatto un torto quando ti hanno licenziato, come Amministratore oggi siamo da parti opposte e debbo difendere le istituzioni confermando i provvedimenti adottati nei tuoi confronti”.
Dicevano così anche coloro che hanno trucidato mio padre “comandante partigiano ribelle”! (http://bruno.pasino.it) “Dicci i nomi dei terroristi che ti hanno convinto ad insorgere contro le istituzioni repubblichine e noi ti lasciamo tornare a casa da tua moglie e dai tuoi figli”.
Dicevano così coloro che, assistendo alla deportazione di milioni di persone, tacevano per conservare i loro posti nel sottobosco del potere!
Ma prima i fatti.
Chi ha dimenticato la domenica del 6 novembre 1994?
Avevo abbandonato da circa 20 anni la politica attiva ed ero dirigente del Comune di Alessandria assunto con concorso pubblico. Era in carica la Amministrazione Calvo.
La Sindaco Calvo era stata eletta direttamente dal popolo alessandrino come disposto dalla normativa della primavera del 1993. Era stata eletta al secondo turno contro Ferrari. Ferrari aveva perso perché aveva dichiarato pubblicamente di disdegnare i voti socialisti. E la Calvo, con i voti dei socialisti, aveva vinto!
La Calvo è stato il primo sindaco di Alessandria a NOMINARE, nel dicembre del 1993, i componenti della Giunta come previsto dalla normativa del 1993 (L. 81/1993). Sindaco eletto dal popolo e Giunta nominata dal Sindaco.
I mutamenti legislativi profilavano il cambiamento “apparente” di ruoli fra politica e burocrazia cercando di separare il potere di indirizzo e di controllo (che restava agli amministratori) dal potere di gestione (che veniva invece quasi totalmente attribuito ai dirigenti).
Quel 6 novembre del 1994 ero nell'interrato della tipografia Moccagatta quando l'acqua ha cominciato ad entrare nel locale. In corso Virginia Marini i cassonetti della spazzatura galleggiavano e l'acqua saliva a vista d'occhio guadagnando sempre più terreno, via per via, verso il centro cittadino.
Ciò che è successo lo si conosce...e lo si piange ancora!
Il mattino del 7 novembre, alla riapertura degli uffici, l'allora vicesindaco Morettini, assistito dal Segretario Generale Piterà, ha organizzato una riunione dei dirigenti apicali e mi ha proposto quale “coordinatore delle attività di ricostruzione”. La riunione è stata sospesa a seguito dell'intervento di un altro amministratore che, informato, ha assalito verbalmente il collega Morettini contestando la sua decisione.
Due giorni dopo, il pomeriggio del 9 novembre 1994, i messi comunali mi hanno notificato l'ordinanza del Sindaco che mi sospendeva dal servizio per 5 anni.
Il filmato delle vicende ciascuno può montarselo attraverso l'esame dei documenti presenti sul mio sito http://vincenzo.pasino.it/CausadilavoroPasinoVincenzocontroComunediAlessandria.htm.
Ho chiesto ospitalità alle pagine del giornale perchè lo scorso 30 novembre 2009 il sito istituzionale del comune di Alessandria ha dedicato spazio, nella pagina principale, alla notizia della sentenza TAR Piemonte n. 3160 del 28 novembre 2009. Lo ha fatto in modo parziale e tendenzioso nel tentativo maldestro di attribuire alla sentenza del TAR un significato che non ha.
Per fare chiarezza occorre riassumere come segue il quadro delle richieste che io ho fatto alla Amministrazione Comunale con le tre principali citazioni in giudizio.
In considerazione dei provvedimenti illegittimi assunti dal 1994 al 2001 dal Sindaco di allora ho chiesto la reintegrazione in servizio ed il riconoscimento degli effetti giuridici ed economici conseguenti alla ricollocazione in servizio nei seguenti periodi:
a) dal 9-11-1994 al 18-10-1999 (prima sospensione dal servizio)
b) dal 19-10-1999 al 07-04-2001 (seconda sospensione dal servizio)
c) dal 8-04-2001 ad oggi (recesso).
Il giudizio per il periodo di cui al punto a) è stato avviato nel 1995 di fronte al TAR Piemonte (allora competente per le cause di lavoro dei pubblici dipendenti) che ha emesso la sentenza n. 3160 solo il 28-11-2009 (dopo15 anni dal provvedimento impugnato). Il sito del Comune ha richiamato stralci della sentenza sottolineando il ruolo "vincente" della Avvocatura Comunale.
La sentenza è riportata integralmente, con miei commenti a margine, all'indirizzo seguente:http://vincenzo.pasino.it/LasentenzadelTAR.htm
ed è copiata dal sito istituzionale del TAR all'indirizzo:
Contro tale sentenza ho in preparazione il ricorso al Consiglio di Stato.
Per il periodo di cui al punto b) ho fatto, nei mesi scorsi, istanza di adozione di atto di autotutela finalizzata ad evitare alla collettività ulteriori costi in caso di giudizio. La Amministrazione Comunale, nonostante la mia istanza in merito, ha omesso di adottare l'atto di autotutela. A questo punto ho presentato, ad agosto, ricorso al giudice del lavoro di Alessandria chiedendo, oltre al riconoscimento ai fini pensionistici del periodo, anche i danni alle persone. A settembre 2009 il Giudice ha fissato l'udienza al 12 febbraio 2010.
Per il periodo di cui al punto c) c'è la sentenza della Corte di Appello di Torino - Sezione Lavoro n. 1193 del 20-11-2008.
La sentenza è munita di formula esecutiva e qualsiasi datore di lavoro privato, ancorchè assistito da torme di legulei e pur a fronte di ricorso in Cassazione per motivi di legittimità, avrebbe dovuto ottemperare. Le sentenze di lavoro sono esecutive. Alla mia richiesta di venire riammesso in servizio, inviata al Sindaco di Alessandria il 27 novembre 2008, è seguito il più assoluto silenzio. Amministratori e burocrati, ciascuno per la sua parte, si nascondono dietro al “superiore interesse pubblico”!
Per gli Enti pubblici è prevista la salvaguardia dei 120 giorni dalla notifica del titolo esecutivo. Il lavoratore che deve essere ricollocato in servizio a seguito di recesso annullato non può procedere al pignoramento delle somme spettanti. La Corte dei Conti ha deliberato (citazioni presenti nel sito http://vincenzo.pasino.it) la responsabilità contabile degli amministratori e dei dirigenti degli Enti che non ottemperano sollecitamente a quanto disposto da sentenza e ritardano i pagamenti causando il danno erariale che consegue alla lievitazione degli interessi ed alle ulteriori spese per azioni esecutive.
I 120 giorni dalla notifica sono passati da tempo e l'Amministrazione Comunale ha omesso di ottemperare. Ha addirittura omesso di inserire, nell'assestamento di bilancio approvato il 30-11-2009 un qualsiasi importo del debito risultante dalla sentenza della Corte di Appello di Torino - Sezione Lavoro n. 1193 del 20-11-2008.
Eppure l'art. 194 del D.Lgs 267/2000 impone di inserire in assestamento di bilancio i debiti conseguenti alle sentenze esecutive (senza distinzione fra provvisoriamente o definitivamente esecutive). I dirigenti dichiarano il falso certificando la assenza di altri debiti oltre a quelli inseriti in riequilibrio ed assestamento di bilancio e gli Amministratori fanno approvare dal Consiglio Comunale un atto contabile NON VERITIERO. Qualcuno lo chiama FALSO IN BILANCIO.
L'Italia è un Paese che ha una storia millenaria ed un corpo di leggi immane (oltre 150.000)
Nel corpo di leggi brulicano, vivono e proliferano i legulei. Più soldi hai e più ne trovi pronti a darti una mano a violare le disposizioni di legge con altre leggi. Se poi puoi far conto su un intero corpo di legulei è il massimo! Se poi l'intero corpo è pagato da altri è sublime! Immaginatevi poi se chi lo paga è il vostro antagonista! Roba da orgasmo! La logica è:
"creo le premesse per il giudizio perchè......se va bene paga quel pezzo di m.... che osa opporsi al volere del SOVRANO e se va male paga comunque ancora lui con tutta la collettività!"
La Amministrazione Fabbio ha da poco più di un anno il settore strategico della “Avvocatura”. Del nuovo “corpo” è bene parlarne in altri scritti e discuterne. Oggi molte attività vengono esternalizzate. Come mai il patrocinio legale dell'Ente viene invece affidato ad una struttura apposita e tolto agli avvocati della città? E' convinzione consolidata nella cultura scientifica che i sistemi autopoietici (definizione di vivente) mettono in atto azioni tese a perpetuarsi. I sottosistemi sociali (come le Amministrazioni Pubbliche) delegati alla risoluzione dei conflitti sono sistemi autopoietici ed inevitabilmente cercano di creare continuamente occasioni di conflitto e di procrastinarne le soluzioni! Tale comportamento è teso a garantire la sopravvivenza del sistema. Tutto in dispregio degli interessi che crescono per ogni mese di ritardo!
L'importo stimato da me (i conti fatti dall'ufficio stipendi sono secretati!) per ciascuno dei giudizi (a, b, c) è il seguente:
a) dal 1994 al 1999 circa 100.000 euro compresi i contributi;
b) dal 1999 al 2001 circa 200.000 euro compresi i contributi e senza i danni richiesti con la causa iniziata ad agosto a seguito dell'inerzia della Amministrazione Comunale;
c) dal 1999 al 30 giugno 2009 sempre compresi i contributi circa 1.200.000 (unmilioneduecentomila) euro senza interessi ad oggi, senza le spese delle prossime azioni esecutive e senza i danni alle persone che richiederò dopo il giudizio in Cassazione..
Poiché molti degli amici che incontro mi chiedono se ho “perso” la causa contro l'Amministrazione Comunale ho chiesto alla direzione de La Pulce di pubblicare la precisazione che avete letto. Con il coraggio della lotta anche su piccole cose cambieremo in meglio il mondo. Certo! Io lo faccio anche per far vivere meglio i miei cari che hanno sopportato e sopportano sacrifici quotidiani. Quindici anni di lotte sono costate tutto ciò che avevo! Gli importi sembrano importanti. Gli stipendi dei dirigenti apicali sono aumentati parecchio negli ultimi quattro anni. Sono pubblici. Comunque sul mio sito ci sono gli importi ed i confronti. I miei colleghi di allora che non sono andati in pensione prendono TUTTI più di 130.000 euro all'anno. La lievitazione è il risultato dell'accordo fra politica ed alta burocrazia. Lo ritengo immorale! Sappiate comunque che, come ho scritto sul sito, devolverò, dedotte le spese di 15 anni di lotta, ad una fondazione intitolata a mio padre parte di quanto, alla fine, l'Amministrazione Comunale sarà costretta a pagare.
Un consiglio di umili e saggi (magari bisognosi) ripartirà le somme che metterò a disposizione della Fondazione Bruno Pasino. Alle caste che governano con l'inganno oggi, che hanno il 60% delle rappresentanze e solo il 30% del consenso elettorale, che usano i soldi e le strutture della collettività nascondendosi dietro ad una burocrazia connivente resterà forse solo il rimorso! A meno di interventi della Magistratura più significativi di quelli di una sentenza di lavoro. Chi si è sacrificato lo ha fatto per la giustizia, per la libertà e per la democrazia. Saggi con le ferite delle lotte hanno scritto la Costituzione.
Essa è caratterizzata da alcuni principi (io uso il termine valori) non revisionabili e fondamentali che ne hanno ispirato la redazione.
I politici se li rileggano all'indirizzo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Costituzione_della_Repubblica_Italiana#Principio_personalista
Ne riporto una parte:
“La Costituzione coglie la tradizione liberale e giusnaturalista nel testo dell'art. 2: in esso infatti si dice che "la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo". Tali diritti sono considerati diritti naturali, non creati giuridicamente dallo Stato ma ad esso preesistenti. Tale interpretazione è agevolmente rinvenibile nella parola "riconoscere" che implica la preesistenza di un qualcosa. Tale impostazione, stimolata dalla componente d'ispirazione cattolica dell'assemblea costituente, fu il frutto di una sentita reazione al totalitarismo e alla concezione hegeliana dello Stato che in esso si propugnava.”
Vincenzo Pasino